4/18/2013

#NORigassificatore #Italy #OperationGreenRights Whale Sanctuary of Livorno destroyed by pollution: dolphins and whales are dying!

#Italy #OperationGreenRights #DDOS #OFFShore #Norigassificatore  #Livorno


PRESS ITA
Attraverso questa azione vogliamo batterci per opporci alla devastazione del Santuario dei Cetacei nell' Arcipelago Toscano.
Testimonianze di pescatori ormai risalenti al 2012 evidenziano come il mare livornese sia ormai diventato una discarica. La pratica omertosa dello scarico in mare di sostanze tossiche pare ormai consolidata ed ogni giorno i  pescatori rinvengono bidoni maleodoranti. Le testimonianze del citato  pescatore evidenziano che bidoni tossici sono stati scaricati anche a largo del litorale di Vada, nei pressi di Rosignano in provincia di Livorno(Si veda l'articolo).
Dei 200 bidoni tossici che il cargo Venezia dell'impresa Grimaldi Lines ha  disperso in mare lo scorso 17 dicembre, ne rimangno ancora in mare 120 circa sui fondali e le ricerche sono state interrotte. Tuttavia, stando alla su citata tetimonianza l'episodio del Gruppo Grimaldi è solo uno dei moltissimi casi di dispersione di bidoni tossici  avvenuti nei mari livornesi, quindi è molto probabile che il numero dei  bidoni che effettivamente giacciono sui fondali marini sia superiore a quello sopra riportato.
Rimarchiamo, basandoci anche sul resoconto del pescatore, il fatto che un Cargo è progettato in modo tale da rendere pressochè impossibile incidenti di questo tipo; si aggiunga che i responsabili hanno scelto di effetuare l'operazione di trasporto dei bidoni in condizioni meteo marine avverse. Quest'ultimo elemento potrebbe per così dire rappresentare un alibi fabbricato ad arte. Per cui vi sono dubbi sulla dolosità dell'accaduto.
Di certo sappiamo che quel giorno il Cargo Della  ditta Grimaldi disperse 30-35 tonnellate di metalli pesanti esausti contenuti nei bidoni (nichel e molibdeno granulato).

Negli ultimi mesi di questo 2013, ben 80 di questi mammiferi sono morti soltanto nel Santuario dei  Cetacei: l'area marina protetta, istituita dall'Italia nel 1991 nello specchio di mare a cavallo tra le regioni Liguria, Sardegna e Toscana. Una relazione tecnica dell’Ispra (Istituto superiore per  la  ricerca e la protezione ambientale) afferma,che la presenza di sostanze chimiche, tra cui Ddt, Ipa, Pcb, è massiccia soprattutto  negli  esemplari di stenelle dell’area del Santuario, se paragonata a  quella  di altre zone del Mediterraneo.
Molti cetacei, evidentemente sono morti a  largo di Rosignano ( Vada ) come testimoniano i  2 delfini e la balenottera trovata morta nel marzo 2013 ma segnaliamo anche a Livorno una tartaruga marina spiaggiata, intorno alle 10 di venerdì 12 aprile. Sottolineiamo anche il caso della Balena trovata morta sul litorale di san rossore tra Pisa e Livorno, area limitrofa alla gigantesca raffineria Stanic oggi propietà dell' ENI il cui impatto contaminante sulle acque è difficilmente quantificabile ma sicuramente può considerarsi una fonte di inquinamento rilevante dell'area Livornese del Santuario dei Cetacei.

La media delle morti nell'area marina di Livorno è valutabile in circa 20 esemplari al mese.
Le ipotesi sulla morte dei cetacei sono varie tra queste: il "morbillivirus", ma anche gli studiosi del Cert organismo del Ministero dell Ambiente, non certo propenso a spargere allarminsmi, iniziano ad ammettere che l'inquinamento dell'area marina citata "ha predisposto" gli animali ad ammalarsi indebolendo le loro difese immunitarie. 
Tuttavia gli esperti del Cert sostengono che una contaminazione veramente estesa avrebbe riguardato anche altre specie animali. In questo senso il caso della tartaruga morta ricordato poco sopra è da sottolinearsi, infatti trattandosi di un animale di taglia e specie completamente diverso rispetto ai cetacei, questo episodio stà proprio a dimostrare che l'inquinamento c'è e stà diventando più grave di giorno in giorno.

Dalla testimonianza del pescatore riportata all'inizio del comunicato, risulta appunto che a largo delle coste di Rosignano (Vada) vi è un' area in cui di è pratica comune gettare rifiuti tossici in mare. Ovviamente è impossibile non correlare queste informazioni con la morte della balena.

Riportiamo di seguito le altre principali fonti di inquinamento dei mari livornesi:
Impianto Solvay di Rosignano.
In  questo caso si tratta di corbinato di calcio ed arsenico. I dati  ufficili più recenti in nostro possesso ("Inventario delle  emissioni"2006 http://www.peacelink.it/ecologia/a/27561.html ) mostrano che  l'industria Solvay di Rosignano negli anni immediatamente precedenti al 2006 ha sversato in mare tra i 2930 ed i 5940 chilgrammi di arsenico.

Acciaieria Lucchini di Piombino: secondo la fonte di cui sopra ha gettato in mare 9000 chilogrammi di cianuro. Inoltre rimane il problema continuamente irrisolto dei fanghi che periodicamente si accumulano nello stabilimento che costituiscono una gigantesca discarica a cielo aperto che finisce per contaminare le falde acquifere. Parte di questi fanghi tossici sono stati recentemente spostati sotto sollecitazione di un ordinanza del sinadaco, ma, a quanto pare accidentalmente si sono in tutto o in parte dispersi in mare.

Ai danni di questo mare già altamente contaminato, andrà a completare l'opera di distruzione il gigantesco rigassificatore che sarà ancorato davanti alle coste livornesi; questo scaricherà in mare ingenti quantitativi di candeggina (ipoclorito di sodio NaClO) insieme a minerali detti nutrienti.
Nello specifico, è possibile citare le gravi conseguenze ambientali derivanti dal rigassificatore di Porto Viro (entrato in funzione nel 2009) manifestatisi a partire dal 2010 (dunque ad un solo anno di distanza): notevoli banchi di schiuma prodotte dall'impianto giungevano fino a terra.

Studi scientifici hanno dimostrato che la formazione di schiuma ha una relazione con il rilascio di materiale intracellulare dei microorganismi presenti nell'ecosistema marino, sottoposti a ogni tipo di shock (termico e meccanico) durante il processo di rigassificazione, anche se chi tenta di tutelare gli interessi dei gestori sostiene che la schiuma derivi solo dall'azione meccanica.

Oltre a ciò l'impianto espellerà continuamente acqua ad una temperatura di 8° centigradi, perciò le acque marine saranno costantemente  raffreddate e l'equilibrio  dell'ecosistema del Santuario dei Cetacei  nella zona di Livorno sarà  irrimediabilmente alterato con gravissime  conseguenze per la fauna  marina.
In particolare il rigassificatore di Livorno realizzato nel cantiere navale Drydocks World a Dubai, ha subito ritardi nella consegna a causa di gravi errori progettuali come ad esempio nell'impianto di ancoraggio ed in  quello di vaporizzazione .Ciò rende il rigassificatore di Livorno potenzialmente più soggetto ad incidenti.

Quindi la scelta di dare in appalto ogni aspetto della gestione del rigassificatore è un pessimo segnale, infatti ciò comporta per le industrie proprietarie oltre che una riduzione dei costi anche un minor coinvolgimento giuridico nel caso di  eventuali incidenti costituendo perciò un indizio della pericolosità  dall'impianto. Quindi il rigassificatore oltre a compromettere l'ecosistema dei mari è pericoloso a causa dei rischi dovuti all'errata progettazione e realizzazione. 

Esso è ancora più inutile poichè oggi è possibile produrre metano dai liquami fognari e dagli stralci di potatura senza alcun impatto ambientale.

Sulla tristissima situazione descritta grava l'inadempienza delle autorità competenti a partire dal sindaco che in questi anni ha rifiutato di indire un referendum in mertio al rigassificatore, come invece era doveroso vista la contrarietà manifestata in ampi strati della popolazione e testimoniata dalle petizioni inoltrate e dalle manifestazioni pacifiche di protesta che si sono susseguite.

Dobbiamo aggiungere che è ormai noto che il sindaco di Livorno era stato immediatamente avvistato della tragedia ecologica del Euro Cargo Venezia ma ha taciuto alla popolazione per circa due settimane riguardo all'accaduto (vedi link). Inoltre non sono stati emanati particolari divieti per il consumo di pesce pescato nella zona e non ci risulta che siano state effettuate particolari analisi sul pescato. Queste circostanze evidenziano la ben scarsa considerazione delle legittime istanze della cittadinanza, dell'ambiente e della salute pubblica, propria del sindaco Livornese e delle autorità competenti.

Signori  industriali,superbi ed avari, vili profittatori nemici degli esseri umani e dell'ambiente: tiranneggiate le persone e la natura in nome del denaro. Avete inquinato i mari con i rifiuti tossici che i vostri processi di produzione direttamente vi riversano,ma siete riusciti a fare qualcosa di peggiore, smaltire in modo illegale le scorie provenienti da altre industrie sottoforma di bidoni. L'omertà ad ogni livello vi sostiene e la manovalanza non vi manca. 
Poco vi importa del rischio  di esplosione del rigassificatore o della morte di qualche cetaceo. 
Comune di Livorno, sindaco, istituzioni: la vostra ipocrisia è tale che chiamate santuario dei cetacei quella che sempre più assomiglia ad una gigantesca trappola dove gli animali saranno storditi dalle vibrazioni del rigassificatore, e, avvelenati da innumerevoli inquinanti finiranno per spiaggiarsi.

OLT OffShore, Grimaldi, Lucchini, Solvay, ENI, come esseri umani ci dissociamo dai vostri immondi fini di sfruttamento dell'uomo e devastazione dell'ambiente.

Ogni essere umano deve avere la possibilità di ripudiare queste bassezze perpetrate ai danni della Natura, perciò con questa operazione ( #operationgreenrigts #italy #opitaly ) vogliono dare alle persone la possibilità di informarsi e di compiere un atto di dissenso pacifico.  

We are Anonymous 
We are Legion
We do not Forgive
We do not Forget 
Expect us
 minambiente.it DOWN again dalle 17.30 del 18/04/2013 ancora fuori servizio.
oltoffshore.it DOWN dal 16/04/2013 
(continui disservizi)

UPDATE SOON!!!
 
Nei pochi minuti in cui il sito del ministero dell'ambiente è stato attivo i responsabili di questo ente si sono voluti produrre in una risposta alle nostre azioni che ci chiama in causa direttamente come Anonymous.



rispondiamo con una piccola nota che riporta alcuni problemi ambientali che affliggono il nostro paese:
Problema dell'arsenico nell'acqua potabile (domestica) nel basso Lazio
Problema dei rigassificatori: Livorno,Gioia Tauro e via dicendo
Problema dello smaltimento dei rifiuti urbani, emblematico nel recente passato il caso di Napoli
Problema dell'inquinamento dei mari , Arcipelago Toscano ma anche laguna di Venezia a causa del rilascio in mare di residui di lavorazione del PVC e di mercurio
Problema dello smaltimento dei rifiuti industriali tossici ( si veda il caso dei citati bidoni del cargo della ditta Grimaldi), ma anche la pratica di smaltire rifiuti tossici gettandoli in terra.
Per questa ragione ampie aree del paese solitamente dedicate alla pastorizia o alla agricoltura sono state trasformate in discariche illegali con danni incalcolabili per l'ambiente.
Proliferazione degli ECO-MOSTRI cioè edifici abusivi che deturpano il paesaggio spesso abbandonato ed incompiuti.
Problema dello smaltimento delle scorie radioattive provenienti dalle centrali Nucleari italiane ora dismesse che tutt'ora continuano ad essere fonte di contaminazione
Problema della cementificazione con conseguenti problemi nella irregimentazione delle acque con conseguenti alluvioni, emblematico è il caso di Genova
Problemi legati all'inquinamento industriale i casi sono innumerevoli.
Basti pensare alla vicenda ILVA.
La lista ovviamente sarebbe molto più lunga.
Inoltre spesso aziende di stato sviluppando i loro progetti a nome dei cittadini italiani e sovvenzionate da questi distruggono l'ambiente e devastano le culture di popoli antichi e pacifici che vivono a migliaia di chilometri dall'Italia.
E' il caso dell'ENEL che costruisce dighe in sud America, magari consorziandosi con altre imprese del settore, distruggendo ecosistemi incontaminati e di valore inestimabile come ad esempio avviene in Patagonia. Notiamo che i cittadini e le cittadine italiani sovvenzionano obbligatoriamente le vostre attività pagando per i propri consumi elettrici e non hanno alcuna possibilità di influire sulle scelte delle citate aziende di stato.

Quindi ribadendo la natura pacifica della nostra protesta che è da considerarsi affine a FLASHMOB o al SIT-IN (vedi la nostra dichiarazione), intendiamo tuttavia dar voce a tutti coloro i quali, indignati dalla breve lista  su esposta, vogliono rivendicare il proprio diritto al dissenso.
Inoltre è evidente che se questi e mille altri problemi si sono accatastati nel corso degli anni è perchè effettivamente l'azione delle istituzioni in primis il Minsitero dell'Ambiente è stata insufficente o inesistente.

Replichiamo alle parole rivolteci dai membri del ministero sul loro sito che i disservizi arrecati e la presunta lesione dei diritti degli utenti, non possono portare alla condanna morale delle nostre azioni.
I disservizi (e la presunta lesione del diritto degli utenti ) sono anche propri di altre forme di manifestazione di dissenso come ad esempio lo sciopero, che quindi sarebbe anch'esso da condannare. Al contrario il diritto di sciopero è sancito dalla costituzione. Cancellare questo diritto sarebbe assolutamente antidemocratico.


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