#Italy #OperationGreenRights #DDOS #OFFShore #Norigassificatore #Livorno
PRESS ITA
Attraverso questa azione vogliamo batterci per opporci alla devastazione del Santuario dei Cetacei nell' Arcipelago Toscano.
Testimonianze di pescatori ormai risalenti al 2012 evidenziano come il
mare livornese sia ormai diventato una discarica. La pratica omertosa
dello scarico in mare di sostanze tossiche pare ormai consolidata ed
ogni giorno i pescatori rinvengono bidoni maleodoranti. Le
testimonianze del citato pescatore evidenziano che bidoni tossici sono
stati scaricati anche a largo del litorale di Vada, nei pressi di Rosignano in provincia di Livorno(Si veda l'articolo).
Dei
200 bidoni tossici che il cargo Venezia dell'impresa Grimaldi Lines ha
disperso in mare lo scorso 17 dicembre, ne rimangno ancora in mare
120 circa sui fondali e le ricerche sono state interrotte. Tuttavia,
stando alla su citata tetimonianza l'episodio del Gruppo Grimaldi è solo
uno dei moltissimi casi di dispersione di bidoni
tossici avvenuti nei mari livornesi, quindi è molto probabile che il
numero dei bidoni che effettivamente giacciono sui fondali marini sia
superiore a quello sopra riportato.
Rimarchiamo,
basandoci anche sul resoconto del pescatore, il fatto che un Cargo è
progettato in modo tale da rendere
pressochè impossibile incidenti di questo tipo; si aggiunga che i
responsabili hanno scelto di effetuare l'operazione di trasporto dei
bidoni in condizioni meteo marine avverse. Quest'ultimo elemento
potrebbe per così dire rappresentare un alibi fabbricato ad arte. Per
cui vi sono dubbi sulla dolosità dell'accaduto.
Di certo sappiamo che quel giorno il
Cargo Della ditta Grimaldi disperse 30-35 tonnellate di metalli pesanti
esausti contenuti nei bidoni (nichel e molibdeno granulato).
Negli ultimi mesi di questo 2013, ben 80 di questi mammiferi sono morti soltanto nel
Santuario dei Cetacei: l'area marina protetta, istituita dall'Italia nel
1991 nello specchio di mare a cavallo tra le regioni Liguria, Sardegna
e Toscana. Una relazione tecnica dell’Ispra (Istituto superiore per
la ricerca e la protezione ambientale) afferma,che la presenza di
sostanze chimiche, tra cui Ddt, Ipa, Pcb, è massiccia soprattutto
negli esemplari di stenelle dell’area del Santuario, se paragonata a
quella di altre zone del Mediterraneo.
Molti cetacei,
evidentemente sono morti a largo di Rosignano ( Vada ) come
testimoniano i 2 delfini e la balenottera trovata morta nel marzo 2013 ma segnaliamo anche a Livorno una tartaruga marina spiaggiata, intorno alle 10 di venerdì 12 aprile. Sottolineiamo anche il caso della Balena
trovata morta sul litorale di san rossore tra Pisa e Livorno, area
limitrofa alla gigantesca raffineria Stanic oggi propietà dell' ENI il
cui impatto contaminante sulle acque è difficilmente quantificabile ma
sicuramente può considerarsi una fonte di inquinamento rilevante
dell'area Livornese del Santuario dei Cetacei.
La media delle morti nell'area marina di Livorno è valutabile in circa 20 esemplari al mese.
Le ipotesi sulla morte dei cetacei sono varie tra queste: il "morbillivirus",
ma anche gli studiosi del Cert organismo del Ministero dell Ambiente,
non certo propenso a spargere allarminsmi, iniziano ad ammettere che
l'inquinamento dell'area marina citata "ha predisposto" gli animali ad
ammalarsi indebolendo le loro difese immunitarie.
Tuttavia
gli esperti del Cert sostengono che una contaminazione veramente estesa
avrebbe riguardato anche altre specie animali. In questo senso il caso
della tartaruga morta ricordato poco sopra è da sottolinearsi, infatti
trattandosi di un animale di taglia e specie completamente diverso
rispetto ai cetacei, questo episodio stà proprio a dimostrare che
l'inquinamento c'è e stà diventando più grave di giorno in giorno.
Dalla
testimonianza del pescatore riportata all'inizio del comunicato,
risulta appunto che a largo delle coste di Rosignano (Vada) vi è un'
area in cui di è pratica comune gettare
rifiuti tossici in mare. Ovviamente è impossibile non correlare queste
informazioni con la morte della balena.
Riportiamo di seguito le altre principali fonti di inquinamento dei mari livornesi:
Impianto Solvay di Rosignano.
In
questo caso si tratta di corbinato di calcio ed arsenico. I dati
ufficili più recenti in nostro possesso ("Inventario delle
emissioni"2006 http://www.peacelink.it/ecologia/a/27561.html ) mostrano che l'industria Solvay di Rosignano negli anni immediatamente precedenti al 2006 ha sversato in mare tra i 2930 ed i 5940 chilgrammi di arsenico.
Acciaieria
Lucchini di Piombino: secondo la fonte di cui sopra ha gettato in mare
9000 chilogrammi di cianuro. Inoltre rimane il problema continuamente
irrisolto dei fanghi che periodicamente si accumulano nello stabilimento
che costituiscono una gigantesca discarica a cielo aperto che finisce
per contaminare le falde acquifere. Parte di questi fanghi tossici sono
stati recentemente spostati sotto sollecitazione di un ordinanza del
sinadaco, ma, a quanto pare accidentalmente si sono in tutto o in parte
dispersi in mare.
Ai
danni di questo mare già altamente contaminato, andrà a completare
l'opera di distruzione il gigantesco rigassificatore che sarà ancorato
davanti alle coste livornesi; questo scaricherà in mare ingenti quantitativi di candeggina (ipoclorito di sodio NaClO)
insieme a minerali detti nutrienti.
Nello
specifico, è possibile citare le gravi conseguenze ambientali derivanti
dal rigassificatore di Porto Viro (entrato in funzione nel 2009)
manifestatisi a partire dal 2010 (dunque ad un solo anno di distanza):
notevoli banchi di schiuma prodotte dall'impianto giungevano fino a
terra.
Studi
scientifici hanno dimostrato che la formazione di schiuma ha una
relazione con il rilascio di materiale intracellulare dei microorganismi
presenti nell'ecosistema marino, sottoposti a ogni tipo di shock
(termico e meccanico) durante il processo di rigassificazione, anche se
chi tenta di tutelare gli interessi dei gestori sostiene che la schiuma
derivi solo dall'azione meccanica.
Oltre a ciò l'impianto espellerà continuamente acqua ad una temperatura di 8° centigradi, perciò
le acque marine saranno costantemente raffreddate e l'equilibrio
dell'ecosistema del Santuario dei Cetacei nella zona di Livorno sarà
irrimediabilmente alterato con gravissime conseguenze per la fauna
marina.
In particolare il rigassificatore di Livorno realizzato nel cantiere navale Drydocks World a Dubai, ha
subito ritardi nella consegna a causa di gravi errori progettuali come
ad esempio nell'impianto di ancoraggio ed in quello di vaporizzazione
.Ciò rende il rigassificatore di Livorno potenzialmente più soggetto ad
incidenti.
Quindi la scelta di dare in appalto ogni aspetto della
gestione del rigassificatore è un pessimo segnale, infatti ciò comporta per le industrie
proprietarie oltre che una riduzione dei costi
anche un minor coinvolgimento giuridico nel caso di eventuali incidenti
costituendo perciò un indizio della pericolosità dall'impianto. Quindi
il rigassificatore oltre a compromettere l'ecosistema dei mari è
pericoloso a causa dei rischi dovuti all'errata progettazione e
realizzazione.
Esso
è ancora più inutile poichè oggi è possibile produrre metano dai
liquami fognari e dagli stralci di potatura senza alcun impatto
ambientale.
Sulla
tristissima situazione descritta grava l'inadempienza delle autorità
competenti a partire dal sindaco che in questi anni ha rifiutato di
indire un referendum in mertio al rigassificatore, come invece era
doveroso vista la contrarietà manifestata in ampi strati della
popolazione e testimoniata dalle petizioni inoltrate e dalle
manifestazioni pacifiche di protesta che si sono susseguite.
Dobbiamo
aggiungere che è ormai noto che il sindaco di Livorno era stato
immediatamente avvistato della tragedia ecologica del Euro Cargo Venezia
ma ha taciuto alla popolazione per circa due settimane riguardo
all'accaduto (vedi link).
Inoltre non sono stati emanati particolari divieti per il
consumo di pesce pescato nella zona e non ci risulta che siano state
effettuate particolari analisi sul pescato. Queste circostanze
evidenziano la ben scarsa considerazione delle legittime istanze della
cittadinanza, dell'ambiente e della salute pubblica, propria del sindaco
Livornese e delle autorità competenti.
Signori
industriali,superbi ed avari, vili profittatori nemici degli esseri umani e dell'ambiente:
tiranneggiate le persone e la natura in nome del denaro. Avete
inquinato i mari con i rifiuti tossici che i vostri processi di
produzione direttamente vi riversano,ma siete riusciti a fare qualcosa
di peggiore, smaltire in modo illegale le scorie provenienti da altre
industrie sottoforma di bidoni. L'omertà ad ogni
livello vi sostiene e la manovalanza non vi manca.
Poco vi importa del
rischio di esplosione del rigassificatore o della morte di qualche
cetaceo.
Comune
di Livorno, sindaco, istituzioni: la vostra ipocrisia è tale che
chiamate santuario dei cetacei
quella che sempre più assomiglia ad una gigantesca trappola dove gli
animali saranno storditi dalle vibrazioni del rigassificatore, e,
avvelenati da innumerevoli inquinanti finiranno per spiaggiarsi.
OLT OffShore, Grimaldi, Lucchini, Solvay, ENI, come esseri umani ci dissociamo dai vostri immondi fini di sfruttamento dell'uomo e devastazione dell'ambiente.
Ogni
essere umano deve avere la possibilità di ripudiare queste bassezze
perpetrate ai danni della Natura, perciò con questa operazione ( #operationgreenrigts #italy #opitaly ) vogliono dare alle persone la possibilità di informarsi e di compiere un atto di dissenso pacifico.
We are Anonymous
We are Legion
We do not Forgive
We do not Forget
Expect us
minambiente.it DOWN again dalle 17.30 del 18/04/2013 ancora fuori servizio.
oltoffshore.it DOWN dal 16/04/2013
(continui disservizi)
UPDATE SOON!!!
Nei
pochi minuti in cui il sito del ministero dell'ambiente è stato attivo i
responsabili di questo ente si sono voluti produrre in una risposta
alle nostre azioni che ci chiama in causa direttamente come Anonymous.
rispondiamo con una piccola nota che riporta alcuni problemi ambientali che affliggono il nostro paese:
Problema dell'arsenico nell'acqua potabile (domestica) nel basso Lazio
Problema dei rigassificatori: Livorno,Gioia Tauro e via dicendo
Problema dello smaltimento dei rifiuti urbani, emblematico nel recente passato il caso di Napoli
Problema
dell'inquinamento dei mari , Arcipelago Toscano ma anche laguna di
Venezia a causa del rilascio in mare di residui di lavorazione del PVC e
di mercurio
Problema dello smaltimento dei rifiuti industriali
tossici ( si veda il caso dei citati bidoni del cargo della ditta
Grimaldi), ma anche la pratica di smaltire rifiuti tossici gettandoli in
terra.
Per questa ragione ampie aree del paese solitamente
dedicate alla pastorizia o alla agricoltura sono state trasformate in
discariche illegali con danni incalcolabili per l'ambiente.
Proliferazione degli ECO-MOSTRI cioè edifici abusivi che deturpano il paesaggio spesso abbandonato ed incompiuti.
Problema
dello smaltimento delle scorie radioattive provenienti dalle centrali
Nucleari italiane ora dismesse che tutt'ora continuano ad essere fonte
di contaminazione
Problema della cementificazione con conseguenti
problemi nella irregimentazione delle acque con conseguenti alluvioni,
emblematico è il caso di Genova
Problemi legati all'inquinamento industriale i casi sono innumerevoli.
Basti pensare alla vicenda ILVA.
La lista ovviamente sarebbe molto più lunga.
Inoltre
spesso aziende di stato sviluppando i loro progetti a nome dei
cittadini italiani e sovvenzionate da questi distruggono l'ambiente e
devastano le culture di popoli antichi e pacifici che vivono a migliaia
di chilometri dall'Italia.
E' il caso dell'ENEL che costruisce
dighe in sud America, magari consorziandosi con altre imprese del
settore, distruggendo ecosistemi incontaminati e di valore inestimabile
come ad esempio avviene in Patagonia. Notiamo che i cittadini e le
cittadine italiani sovvenzionano obbligatoriamente le vostre attività
pagando per i propri consumi elettrici e non hanno alcuna possibilità di
influire sulle scelte delle citate aziende di stato.
Quindi ribadendo la natura pacifica della nostra protesta che è da considerarsi affine a
FLASHMOB o al
SIT-IN (
vedi la nostra dichiarazione),
intendiamo tuttavia dar voce a tutti coloro i quali, indignati dalla
breve lista su esposta, vogliono rivendicare il proprio diritto al
dissenso.
Inoltre è evidente che se questi e mille altri problemi
si sono accatastati nel corso degli anni è perchè effettivamente
l'azione delle istituzioni in primis il Minsitero dell'Ambiente è stata
insufficente o inesistente.
Replichiamo alle parole
rivolteci dai membri del ministero sul loro sito che i disservizi
arrecati e la presunta lesione dei diritti degli utenti, non possono
portare alla condanna morale delle nostre azioni.
I disservizi (e
la presunta lesione del diritto degli utenti ) sono anche propri di
altre forme di manifestazione di dissenso come ad esempio lo sciopero,
che quindi sarebbe anch'esso da condannare. Al contrario il diritto di
sciopero è sancito dalla costituzione. Cancellare questo diritto sarebbe
assolutamente antidemocratico.